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Contribute Feedback What Joachim K doesn't like about L'ubaldino:
Good, classic home cooking without any thrills. Really friendly staff, off the beaten track and frequented by locals. Reasonably priced, can't be disappointed. During August: lunch by reservation only, evenings reseevation or luck. View all feedback.
Ottima cucina. piatti raffinati e preparati con materie prime locali e biologiche. non i vini classici, ma cantine biologiche di diverse regioni. Molto bene! E 'importante notare la scelta di chef e manager christopher per mantenere il ristorante aperto a dicembre, sapendo che sarebbe un giorno di poco lavoro. .questo è chiamato rispetto per i clienti e la passione per la loro professione. Una serata molto bella. Prova la polenta che è un vero cocco per il palato! A presto!
Si dice che talvolta ci siano dei clienti inadeguati perché poveri di cultura gastronomica. Noi, prenotando per la cena in questo locale abbiamo capito d’essere – guarda un po’ – tra quelli. Magari perché una volta seduti a tavola l’unica cameriera ci ha immediatamente erudito, chissà perché, forse per far colpo, sul fatto che la giovane coppia ai fornelli, ossia i titolari, arrivavano nientemeno che lei da Chicago mentre lui (fiorentino di nascita) da New York, la “grande mela”. E infatti dopo aver ordinato (chiedendo prima lumi su taluni nomi altisonanti) non appena abbiamo assaporato i primi piatti abbiamo avuto la conferma d’essere inadeguati, non essendo stati all’altezza di capire e apprezzare gli “Gnocchi di ricotta con carote, nocciole e gran maremma”, tutt’altro che esaltanti, serviti in ciotole forse più adatte a delle zuppe e dove la roboante “gran maremma” altro non è che una sorta di parmigiano in chiave toscana. Ah, benedetta ignoranza, la nostra sia chiaro, che ha continuato a palesarsi spudoratamente anche all’arrivo dei secondi: “Rosticciana”, tipica ricetta toscana a base di costolette di maiale “cotte al carbone”, ha tenuto a evidenziare la solerte e unica, comunque gentile, cameriera. Già, il carbone, ben venga abbiamo pensato visto che nella nostra città, pensate un po’ voi , questo tipo di cottura è da sempre una sorta di rito, quasi un’arte perché presuppone un’attenta e rigorosa gestione della carne o del pesce al fine di scongiurare ciò che invece è accaduto con le nostre “Rosticciane” dove risultava difficile distinguere la carne dal benzopirene. Mah, ci siamo detti, forse siamo noi ignoranti e magari qui si cucinano così. Per di più avendolo richiesto ci siamo visti portare, incredibile ma è andata realmente così, un piattino con del sale grosso da cucina, quello in grani. Nel dubbio quelle costolette più che bruciacchiate sono rimaste quasi intonse nei piatti riportati in cucina, senza che tuttavia qualcuno si sia premurato di chiederne la ragione. Magari per confrontarle con la nostra ignoranza avremmo dovuto immortalarle in una foto. Stavamo dimenticando i famosi “peperoni marinati” che nel menù accompagnavano la carne. Marinatura strana: onestamente sono sembrati piuttosto dei banali peperoni arrosto. Ma il culmine della nostra ignoranza l’abbiamo però raggiunto, va confessato, al momento del dessert: ancora oggi ci stiamo domandando cosa fosse in realtà quel “Bignè ripieno di crema pasticcera e pesche con polline di miele” dal gusto, a voler essere buoni, indecifrabile. Brutta bestia l'ignoranza, davvero. Mentre c'è rimasto il dubbio, purtroppo, se la nostra totale incompetenza sarebbe emersa anche sulla tanto decantata bontà del pane “fatto in casa”: sul nostro tavolo non n'è mai arrivato un solo pezzetto. Magari bastava chiederlo. Ma si sa quando si è inadeguati e ignoranti... In conclusione la sera del agosto abbiamo capito che l’Osteria l’Ubaldino (conto pari a euro, di cui ben per un mezzo calice di vino) non era per noi perché in fondo è un locale gestito con grandi ambizioni. Magari stellate. Anche se in proposito il famoso e mai dimenticato gastronomo Gualtiero Marchesi, maestro indiscusso di tanti chef, sosteneva che la cucina è tempo e memoria: “Tanta gente non si ricorda poi un solo piatto di locali stellati dove ha cenato”. PS. In tempi di pandemia dovrebbero prestare maggiore attenzione nel rispettare e far rispettare le norme anticovid, non consentendo ai clienti e conoscenti vari, pur muniti di green pass, di andare avanti e indietro nel locale senza la mascherina (come è accaduto in nostra presenza), consentendo finanche a un’amica, tale “Crì”, di varcare la soglia della cucina per i saluti sempre priva di mascherina.
Vale la pena visitare l'ubriaco anche solo per assaggiare il pane fatto in casa con il lievito madre: una vera delicatezza. pieno di aromi, croccanti e accompagnati da subito da salse che appetiscono ancora più appetito. Ma la bellezza arriva dopo. con i primi e i secondi corsi, tradizionali possibilmente solo all'origine degli ingredienti. a causa di studio dietro c'è molto e lo percepite in sapori, mai banali. piatti impreziositi dalla presentazione curata ed esotica. punta: Dopo aver bevuto un caffè e sorseggiando l'amante del drago tipico del piombino, fare una passeggiata al centro. l'ubriaco si trova a un minuto a piedi dalla bella piazza bovio.
Ottimo pranzo, cucina moderna rivista, è piaciuto molto bella cameriera, dolci eccellenti.
Servizio ottimo.. cibo particolarmente delizioso..